Così, per principio.
E il principio mi sembra più che valido, solo che quando si è scesi poi nel concreto, per prima cosa è stato fatto il nome di Anna Finocchiaro, da parecchio tempo astro nascente del PD. Parecchio
tempo, perché oltre ad aver coraggiosamente portato il partito, nella sua Sicilia, a percentuali da prefisso telefonico internazionale, non mi sembra possa vantare altri particolari meriti, oltre a quelli di un uso creativo delle scorte; bene, magari si consolerà con la presidenza del Senato, chi può dirlo.
Altro nome che circola è quello di Emma Bonino, che è stata capace di perdere le elezioni senza avere nemmeno l'avversario: sto parlando delle regionali nel Lazio, quando il PDL non riuscì a presentare le liste a Roma ma portò ugualmente Renata Polverini alla Pisana, con i risultati che sappiamo.
Visti i precedenti, è credibile che non ce la faccia, e non sarebbe male, altrimenti in qualche oscura stanzetta, lì sul Colle, potremmo trovare comodamente sistemati i noti radicali e non violenti Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti, che con la suddetta signora hanno già dimostrato di avere un certo feeling.
E allora? Non mi pronuncio, per carità, ma c'è un signore pugliese che al momento è disoccupato ma che pur di fare il Presidente della Repubblica, secondo me, sarebbe anche disposto a cambiare sesso.
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