venerdì 15 febbraio 2013

Una settimana lunga un giorno

Senza sondaggi ci sentiamo soli: per fortuna c'è ancora una settimana di campagna elettorale e poi basta, una campagna elettorale orribile, e pensare che c'era chi si lamentava di quella del 2008, che al confronto sembra roba tipo Churchill contro Attlee subito dopo la guerra.
Però ci sono degli indicatori di non poco momento: i quotidiani di famiglia e di area dell'innominabile hanno cominciato a sparare ad alzo zero su Giannino e su Grillo, il che significa che da quelle parti c'è una certa paura di arrivare addirittura terzi e non secondi, di perdere la Lombardia e di essere condannati all'irrilevanza.
In mezzo, il Sommo Tecnico ha decisamente buttato alle ortiche l'aplomb britannico e bocconiano: potrebbe voler dire che i numeri non sono proprio quelli che si aspettava.
Dall'altra parte, non è cambiato niente se non il ritmo, diventato un po' ansiogeno,dell'invito al voto utile.
Il minestrone di zucca, alla fine, si crogiola con i suoi elettori nel mito della bella sconfitta, mentre quell'altro, il comico che non fa ridere (quello più giovane e più alto) sembra addirittura preoccupato di poter vincere, ed ha messo da parte l'idea della madre di famiglia alle Finanza (e perché non un padre di famiglia, poi? Cosa sono queste discriminazioni di genere?).
Insomma: se la sfanghiamo dal meteorite di stasera, l'altro lunedì ci sarà veramente da ridere.

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