Già nei lontani tempi dei miei studi circolava una storiella che non faceva ridere; dunque, Corte di Cassazione, udienza pubblica, si alza il principe del Foro, si avvolge nella toga e inizia: "Mi sia consentito un breve antefatto". Il presidente lo guarda storto e lo interrompe: "Avvocato, neanche il fatto".
Questo per dire che il terzo grado di giudizio non dovrebbe affrontare la materialità degli avvenimenti, ma esclusivamente il rispetto delle regole del gioco da parte delle Corti di merito, in quanto i motivi di ricorso possono ricondursi a violazione o falsa applicazione della legge o omessa, insufficiente o contraddittoria motivazione (excomunico te quia Padus currit, nell'esempio di scuola): come diceva il mio professore di procedura penale, il processo è come la caccia alla volpe, è più importante la caccia della preda.