venerdì 22 novembre 2013

November morning

Cinquant'anni fa moriva a Dallas John F. Kennedy, e l'America perse l'innocenza faticosamente riconquistata dopo la Guerra Civile e tutto il resto.
Prima di salire sulla collinetta erbosa e di inseguire assassini diversi e numerosissimi, vi invitiamo a leggere questa recensione, già pubblicata per la prima volta il 20 novembre 2011 sul blog collettivo Che libro stai leggendo? che pure ha ospitato alcuni nostri articoli.
Meglio che infliggervi una rimasticatura da Wikipedia, secondo me.

Finalmente è arrivato, dopo la dose di metadone costituita da quattro racconti lunghi pubblicati l'anno scorso: è il nuovo Stephen King, molto ma molto ambizioso. Quasi una ucronia, ovvero l'uomo che scopre il modo di andare nel passato e salvare Kennedy, quel mattino di novembre a Dallas.
King ama gli anni '50 e '60 come si vivevano negli USA, e da bravo raccontatore di storie pesca nel suo archivio e richiama alle armi il "Club dei Perdenti" di It, per una comparsata di Beverly Marsh e di Richie Tozier, oltre ad un cameo del perfido signor Keene, il farmacista di Derry (ricordate l'inalatore di Eddie Kapsbrak?).
L'attentato è avvenuto-dovrà avvenire-avverrà (insomma, dentro libri così i tempi dei verbi sono una scommessa) a Dallas, quindi dopo un po' basta con il nord est, ed avanti con il Texas di cinquant'anni fa: non sono abbastanza ferrato in storia americana contemporanea, e non posso dare un giudizio sull'accuratezza della ricostruzione, che è comunque affascinante.
Poi, naturalmente c'è la storia, che è una storia alla King, con i suoi momenti di paura ed i colpi di scena; chi  apprezza il genere (quorum ego) non può mancare all'appuntamento.
Ovviamente, come dice il nostro, da leggere di notte, al buio.

Nessun commento:

Posta un commento

Non prendetevela, ma i commenti sono moderati: così sono sicuro di leggerli tutti