martedì 2 aprile 2013

All in!

Allora, la storia dei saggi finalmente l'abbiamo capita, dopo numerose supercazzole domenicali dei pensosi editorialisti: un'Armata Brancaleone che non combinerà niente, ma consente a Napolitano, finalmente, di sparigliare, costringendo i partiti ad occuparsi prima del suo successore e poi al Governo.
Su chi potrebbe essere il nuovo Presidente della Repubblica ci sono più idee che stelle in cielo, ma fondamentalmente c'è consenso che l'elezione di un nome forte, che il Piddì avrebbe teoricamente i numeri per imporre da solo o con un piccolo aiuto dei grillini sarebbe un segnale forte per un successivo governo Bersani (o forse Renzi, perché no?).
I nomi forti potrebbero essere quelli di Prodi o di Rodotà: il primo avrebbe anche il vantaggio collaterale di causare un travaso di bile all'Innominabile, ma su entrambi c'è un fortissimo dubbio, causato dallo stato del partito nel quale è in corso una spaventosa e per ora sotterranea, ma neanche tanto, guerra per bande.
Voglio dire: i dalemiani, tanto per non far nomi, voterebbero disciplinatamente Prodi sapendo che la seconda scelta sarebbe proprio la Volpe del Tavoliere in vista di un bel governissimo?
E sì, il centralismo democratico ci manca tanto, ma ci vuole altro che Bersani per tenere assieme un partito che va da Fioroni a Vendola. 

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