lunedì 21 ottobre 2013

Il dolore è la chiave

Allora, dall’estate scorsa, dopo lo sventurato successo del sadomaso patinato e miliardario delle “Sfumature”, siamo bombardati da libri che ci raccontano di donne che si lasciano maltrattare divertendosi  moltissimo: in genere sono accomunati al capostipite dalla pochezza della trama e dalla modestia della scrittura, oltre che dalla lunghezza, essendo tutti trilogie (si sa, così si vende di più).
Bene, contro ogni mia previsione ho trovato una piccola perla, una storia finalmente quasi credibile, ben raccontata, con un principio ed una fine,  e che non si limita ad un elenco di improbabili pratiche BDSM ma prova anche a dare una risposta alle domande dei pasdaran del sesso vainiglia.
Andiamo con ordine, quindi punto primo:  la protagonista è questa ragazza, prima studentessa, poi giornalista ancora alle prime armi, non si sveglia  un bel mattino pensando che sarebbe divertente farsi appendere per i piedi e riempire di frustate, e neanche incontra una specie di Barbablù che non pensa ad altro che ad infliggere dolore alle donne; semplicemente le capita, nel corso di una banalissima serata di sesso, di scoprire che gli sculaccioni le fanno sì un po’ male, ma aumentano anche l’eccitazione. Oddìo, dagli sculaccioni al dormire ammanettata al piede del letto del tuo partner il passo non è brevissimo, ma non mancano le spiegazioni ed i chiarimenti.

Punto secondo: non è vero che ai sottomessi piace esserlo; e infatti tutti i parafernali della sottomissione, tipo non parlare se non si è interrogati, dare al partner del “Signore” o peggio ancora del “Padrone” non le piacciono neanche un po’: se ne fa una ragione sottolineando che non può essere una punizione essere costretta a fare od a subire solo quello che le piace fare o subire. Anche perché più viene maltrattata, umiliata, sottomessa, più si eccita, guarda un po'.
Punto terzo, e qui entriamo nel complicato: non puoi farti frustare dal primo che incontri; e insomma, qui stiamo per avere LA risposta: ebbene sì, per quanto ti piacciano le  frustate, devi provare qualcosa per chi te le infligge, ovvero essere interessata dal partner. Aggiungerei io, più  sommessamente, che comunque lo devi conoscere e devi fidarti di lui. Il che ovviamente esclude incontri occasionali. E non solo: sembrerebbe proprio che frustate e simili passino in secondo piano davanti all'interesse per la persone che te le dà.
Ultima annotazione: c'è qualcosa di strano, e al limite, diseducativo; sembrerebbe dal contesto che i due master nei quali la protagonista si è imbattuta fossero inesperti; bene, non fatelo mai, non mettetevi mai nelle mani di un principiante, specie se siete principianti anche voi: altrimenti potrebbe anche finir male. Ma in fondo abbiamo letto un bel libro, un un manuale tipo BDSM for Dummies.

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