giovedì 17 gennaio 2013

Austin, abbiamo un problema


John Grisham ha un problema con gli Stati che ammazzano la gente (anche noi, se è per questo), e lo risolve scrivendo "Io confesso", un legal thriller che è un apologo contro la pena di morte. Purtroppo lo scrive secondo le sue capacità, quindi i caratteri sono tagliati con l'accetta e i buoni sono tutti buoni ed i cattivi sono tutti cattivi (ed anche un po' stronzi), dopo più o meno una cinquantina di pagine già si capisce come andrà a finire e la morale che se ne può trarre è decisamente scontata.
Sarebbe interessante la scelta del protagonista, che non è il solito avvocato - Don Chisciotte, ma un mite predicatore luterano, tirato nella vicenda per caso e per i capelli, ma proprio qui vengono fuori i limiti dello scrittore, che in fondo è la versione "laurea breve" di Scott Thurow: difficile credere che un signore, per quanto prete, possa nel ventunesimo secolo comportarsi come si comporta lui.

Leggere per credere: anche perché prendersela con i texani è comunque cosa buona e giusta, dal momento che per quanto si possa inventare, loro sono sempre più avanti. Infatti mentre scrivevo questo post si leggevano queste notizie, e mi è venuta voglia di cancellare tutto.

Originariamente pubblicato sul blog collettivo "Che libro stai leggendo?" l'8 luglio 2011

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