sabato 5 gennaio 2013

Non votate quella lista

Adesso che è stato detto tutto il male possibile del simbolo scelto da Mario Monti per la sua lista, possiamo anche tentare un ragionamento più articolato sul significato politico del Senatore. Solo di lui, perché dei suoi scombinati compagni di viaggio, qui, preferisco tacere, contrario come sono ad ogni volgarità.
Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: Mario Monti queste elezioni può ragionevolmente sperare  soltanto di pareggiarle, se i suoi voti diventeranno indispensabili al Senato, grazie ad una legge elettorale che non conosce uguali nelle democrazie di tutto il mondo.
E questo perché non ci sono più le condizioni per rifare la Democrazia Cristiana e non ci sono neanche più le persone.
Che non ci siano le persone mi sembra ovvio (si veda qualche riga più sopra), e delle condizioni c'è poco da dire: solo in Italia Bersani e Fassina, per tacer di Vendola, possono essere spacciati per pericolosi bolscevichi, e la signora Camusso e Landini per una reincarnazione di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht. E adesso come adesso, i cosacchi non fanno certa più tanta paura, non hanno bisogno di abbeverare i cavalli nei fonti battesimale di San Pietro, possono fare serenamente il pieno ai SUV con il gasolio siberiano.
Non solo: in effetti oggi non si ha certamente paura della dittatura del proletariato, dell'abolizione della
proprietà privata dei mezzi di produzione e, in prospettiva, della dissoluzione dello Stato, ma molto più semplicemente di perdere, chi ce li ha, i piccoli o grandi privilegi che l'apparato-Paese più dispensare, facendo o non facendo.
Esiste quindi un blocco di interessi che può stringersi attorno a Mario Monti ed ai suoi sodali? Esiste certamente, ma la cosa più curiosa è che è solo parzialmente coincidente con quello che, costi quel che costi, continuerà a votare per Berlusconi, come coincide parzialmente con chi, in assenza di una destra onesta e credibile, si sarebbe turato il naso e votato PD.
In buona sostanza, la Chiesa, che si era sin d'ora schierata senza se e senza ma con l'Egoarca, ha deciso di cambiare cavallo: non importa qui se siano i Vescovi italiani o l'apparato di Oltretevere, semplicemente non possono più decentemente sostenerlo, e c'è anche la piccola pietra di nome Boffo da togliersi dalla scarpetta rossa.
Il peso della Chiesa è forte, inutile negarlo: lo abbiamo visto nella mobilitazione alle regionali del Lazio in pro della Polverini dopo, e di Storace prima, lo abbiamo visto in occasione del referendum sulla legge 40, ma può non essere decisivo.
Più interessante sarà vedere, in effetti, se in Italia può finalmente venire fuori una destra che sappia fare il suo mestiere senza cadere nel manganello, insomma quella destra onesta e credibile cui facevamo cenno sopra.
Il programma è proprio quello, non ci resta che aspettare.
Nel frattempo, che dire: io ci metto una foto.


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